VILLA DRAGONETTI

Relais - Albergo - Hotel - Ristorante - Villa per Matrimoni e Residenza Storica

La Storia di Villa Dragonetti Villa Dragonetti si presenta con maestosità celando dietro le rigorose caratteristiche architettoniche della struttura, proprie del 1500, la bellezza e la ricchezza degli interni che testimoniano invece l'influenza dei diversi generi stilistici degli anni a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo. Dai racconti raccolti sul luogo, facilmente suffragati anche dalla sola osservazione del terreno antistante la villa, possiamo immaginarne l'antica e dolce inclinazione che conformava un proscenio del tutto particolare. Proscenio che si distendeva sino a lambire il corso delle acque che, con naturalezza, discendevano dal massiccio. Alla struttura originale del XI secolo si sono via via sovrapposti rimaneggiamenti strutturali fino al XVIII secolo. Nei primi anni del 1800, al rientro dall’esilio Marsigliese, Giacinto Dragonetti diede incarico ad artisti Francesi di decorare interamente l’interno della Villa in onore del nipote Alfonso. Questo importante intervento decorativo di influenza francese caratterizzerà la Villa nel suo stile europeo facendone un caso unico in Abruzzo e trasmettendo ai nostri giorni un luogo di intriganti azzardi di stili e piacevole intreccio di storia, arte e natura. L'impegno assunto dalla nuova proprietà, nelle operazioni di stabilizzazione delle parti più a rischio dell'edificio e nel restauro degli affreschi e delle pitture della decorazione interna, riconsegna, oggi, nella sua compiutezza la bellezza formale della residenza di campagna. Il risultato ottenuto offre, oggi in Abruzzo, un modello raffinato ed elegante di relais di campagna che non ha nulla da invidiare a quelli, ritenuti insuperabili, della Toscana o dell'Umbria. Nella galleria, al piano terra, che collega i due ingressi, si trovano una serie di busti marmorei di epoca romana. Queste aggiunte antiquarie, operate dalla famiglia Dragonetti, sono un'anticipazione dello stile neoclassico, che viene poi testimoniato diffusamente nella decorazione delle sale interne. Passando dalla galleria agli appartamenti nobiliari, situati al primo piano, si viene attratti dal bestiario dipinto diffusamente sulle pareti. Ne sono esempi il mastino che sembra reale attraverso l'artificio del trompe l'oeil, o il formichiere, i leoni e gli altri animali che vengono raffigurati invece meno fedelmente come prodotti dall'immaginazione e dal “sentito dire”. Nel tragitto che collega tutte le sale tra alte volte e soffitti a cassettoni, si rimane quasi disorientati per la quantità di affreschi e decorazioni che invitano a soffermarsi nel gusto dei particolari ma al tempo stesso stimolano la curiosità di scoprire nuovi ambienti o scorci inaspettati. La modernità espressa nell’uso del "grotesque", con leggerezza e cromia nuove e fantasiose, non si riscontra invece nelle pitture dei soffitti delle sale maggiori che rappresentano vedute stilisticamente agganciate alla tradizione.I soggetti scelti testimoniano invece la predilezione per l’ illustrazione di luoghi e costumi lontani con un approccio alla catalogazione del nuovo e del diverso proprio dell'illuminismo settecentesco. Oggi si accede nel parco da quello che era una volta l'ingresso secondario ma che offre un importante portale in pietra ed una visione d'insieme della Villa di grande effetto.

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